L'errore e' sempre in agguato
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In oltre il 40% dei casi di stato vegetativo vengono commessi errori di valutazione clinica da parte dei medici. "Le ragioni possono essere molte, dai disturbi dell’apparato oculare dei malati, che non rispondono quindi alle sollecitazioni visive dei medici, ai danni dell’apparato locomotore, che allo stesso modo impediscono una corretta diagnosi. Diagnosi che va quindi verificata nel tempo". A ricordarlo e’ stato Alberto Zangrillo, direttore dell’Unita’ operativa di Anestesia e rianimazione cardio-toraco-vascolare all’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano, in occasione della I Giornata nazionale sugli stati vegetativi, che si e’ tenuta oggi a Roma. Proprio in funzione dei possibili errori diagnostici quando si ha di fronte un paziente del genere, c’e’ chi propone di chiamare lo ’stato vegetativo permanente’ con un diverso nome. "Abbiamo creato una task force di 15 studiosi europei sul tema - ha detto Giuliano Dolce, direttore scientifico della clinica Sant’Anna di Crotone e uno dei massimi esperti in materia nel nostro Paese - e proponiamo di chiamare questa condizione ’sindrome della veglia aresponsiva’. Questi pazienti sono infatti svegli, ma non si relazionano con il mondo esterno". "Bisogna tenere conto - ha aggiunto - che l’80% dei pazienti che subiscono un trauma, ad esempio in seguito a un incidente stradale, riacquista un’attivita’ di coscienza. Di questi, il 60% recupera molto bene: la meta’ torna a una vita normale, l’altra meta’ anche, ma con qualche problema in piu’. Solo una piccola parte rimane in quello che viene chiamato stato vegetativo permanente". |