Ancora un aborto mascherato
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Il Consiglio superiore di sanità su richiesta dell'Aifa ha fornito un parere sull'utilizzo di ellaOne, comunemente detta "Pillola dei cinque giorni dopo". Il parere, sia pure positivo non rappresenta un'autorizzazione alla commercializzazione che dovrà venire proprio dall'Agenzia del farmaco. Non ci sono però molti dubbi che l'autorizzazione venga concessa, visto che è già stata riconosciuta a livello europeo ma sarà molto importante vedere come l’Agenzia regolerà l’accesso al farmaco, visto che qualche dubbio deve esserci stato vista la richiesta del parere scientifico al Css. Il 26 maggio del 2010 la Commissione europea ha concesso l’autorizzazione alla distribuzione di ellaOne prodotto dalla HRA Pharma, azienda farmaceutica europea a capitale privato già produttrice del Norlevo. L’autorizzazione alla vendita da parte della Commissione europea segue il parere positivo rilasciato dal CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’EMEA (European Medicines Agency) nel marzo 2009. Attualmente è già distrubuita in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Anche gli Stati Uniti hanno dato il via libera il 14 agosto del 2010: CHE COS'E' ELLAONE? EllaOne contiene una molecola che si chiama ulipristal acetato (CDB-2914), antiprogestinico di seconda generazione. Fa parte di quei composti sintetici che si legano ai recettori del progesterone come l’Ru486. L’azione del progesterone è fondamentale per l’iniziale sviluppo della gravidanza, in particolare prepara l’utero ad accogliere l’embrione per l’annidamento. EllaOne si lega ai recettori del progesterone e ne inibisce l’azione. Quindi impedisce, tra l’altro, l’annidamento dell’embrione svolgendo un’azione intercettiva - abortiva. COME FUNZIONA? Secondo un’approfondita ricerca svolta dal National Institute of Child Health and Human Development di Bethesda sono state sperimentate diverse posologie di CDB-2914 su 56 donne. Mediante ecografia e biopsia dell’endometrio, mucosa che riveste la superficie interna dell’utero, sono state rilevate significative modificazioni che gli stessi ricercatori hanno ritenuto adeguate per suggerire l’uso della molecola nella contraccezione di emergenza. Evidentemente le alterazioni endometriali impediscono l’annidamento. CHE DIFFERENZA C'E' DAL NORLEVO? La più importante si riferisce al periodo entro il quale assumere “EllaOne”: mentre il levonorgestrel si assume entro 72 ore, ellaOne entro 120 ore (5 giorni). E nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a 5 giorni dal concepimento è in utero per annidarsi. E’ inequivocabile il fine e l’azione abortiva, come conferma la stessa EMEA: “the proteins necessary to begin and maintain pregnancy are not synthesized”. Dalle sperimentazioni si è rilevata, appunto, un'efficacia d’azione prolungata (5 giorni) e “risultati” simili al levonorgestrel. Gli effetti collaterali riportati sono: dolori addominali, irregolarità mestruali, nausea e cefalea. E DALL'RU486? Entrambe le molecole appartengono al gruppo degli antiprogestinici. Ma la correlazione ancor più temibile è di tipo culturale. A tutt’oggi è noto l’uso dell’Ru486 nell’aborto chimico, entro 49-63 giorni dal concepimento. Per gli specialisti del settore sono altrettanto ben conosciute le sperimentazioni in corso che usano l’Ru486 come “contraccettivo di emergenza”. Significa che dopo ellaOne, in un futuro prossimo, è abbastanza prevedibile il ricorso all’Ru486 nella contraccezione di emergenza, in una evidente confusione di prescrizioni ed assunzioni. |