La corte e il suicidio assistito
Dopo un anno di rinvio e due giorni di Camera di consiglio, la Corte costituzionale dà ragione... alla Corte costituzionale, riprendendo tal quali gli orientamenti espressi nell'ordinanza di rinvio del settembre 2018. La Corte dunque non recede dalla strada intrapresa, strada pericolosissima perché pone a serio rischio la vita umana più fragile. Indicando una serie di parametri alquanto ampi, indistinti ed opinabili e demandandone applicazione al giudice caso per caso, la Consulta determina un quadro di relativismo e approssimazione che rende vulnerabilissima la vita dei malati e non tutela medici e operatori sanitari, neppure nella forma minimale dell'obiezione di coscienza. La responsabilità penale di chi sopprime un malato viene mitigata se non del tutto esclusa senza alcuna precisa indicazione normativa, affidandosi per giunta ad un giudizio che arriva sempre e solo, giocoforza, a posteriori, quando il malato è già morto.