Eccomi !
Finalmente ci sono! Mi avete aspettato tanto, ed ora eccomi qui: grazie a voi, mamma e papà! La prima cosa che vi voglio dire è che avete lavorato proprio bene. Specialmente tu mamma. È vero che papà mi ha iniziato, ma solo tu mi hai completato. Tu sei stata la prima ad accorgerti che c'ero. Da quel momento ti sei messa a respirare, a nutrirti, a vivere per me. Da quel momento mi hai amato. A 18 giorni avevo già il cuore e poi via via, tutte le altre parti del corpo: i polmoni, i piedi, le braccia, il viso... Ed ora, eccomi qui! Sono un bambino d.o.c. Oh, non solo io, sia ben chiaro, ma tutti i bambini sono un prodigio, un miracolo; un miracolo così grande che sono sicuro che a lavorare con te, mamma, c'era Dio. Un capolavoro come un uomo, messo insieme in 9 mesi, può essere fatto solo da una mamma, da un papà e da Dio! Bene, siete stati formidabili. Continuate così. Non sprecatemi! Io sono tutto nelle vostre mani: dipendo da voi. È vero che, poi, dipenderò anche da me, dalla mia volontà, ma nei primi anni sono plasmato da voi. Mettetemi subito sulla pista della vita riuscita non della vita fallita. I primi mesi, i primi anni, sono i più importanti tra tutti. La vita è come una lunga addizione: ogni anno un numero. Nell'addizione basta sbagliare la somma dei primi addendi, per continuare a sbagliare fino alla fine. Così è per me: la mia storia dipende da questi primi anni. Ha ragione il proverbio: " Se avete piantato un cardo, non aspettatevi che nasca un gelsomino ". Allora, non perdete tempo! Non dite: " è solo un bambino, non capisce niente ". Si, sono un bambino, ma dentro sento se mi amate, sento se andate d'accordo, sento se siete allegri o arrabbiati. Ecco: io sono come un bel foglio bianco nelle vostre mani. Per favore non sprecatemi! Ma non voglio neppure pensare a questo. Voi siete bravi, voi siete buoni: non mi alleverete solo come cucciolo, ma mi educherete come uomo. Grazie mamma, grazie papà e grazie a Dio.